Il convegno tenutosi presso la Sala Colletti della Camera dei Deputati, dal titolo “Uniti per l’Ostepatia”, ha fornito utili indicazioni per un percorso unitario relativo all’attuale periodo di transizione della professione di osteopata. È emerso, durante l’incontro con tante presenze, organizzato dall’Anpo (Associazione nazionale professionisti osteopati) in collaborazione con Icomm College, Felcon, Accademia di medicina osteopatica Alessandro IV, Irco (Istituto di ricerca clinica osteopatica) e Iacon, la necessità di istituite una federazione nazionale degli osteopati italiani pronta a rappresentare a vari livelli (istituzionali e giuridici) le istanze di coloro che studiano e praticano l’osteopatia.
Gli scopi della futura federazione nazionale sono molteplici, attualmente (come ribadito nel convegno del 29 novembre) la volontà di superare l’impasse dei decreti interministeriali di equipollenza dei titoli pregressi, al vaglio del governo, e in ritardo rispetto ai tempi dettati dalla legge del 2018 che regola la professione sanitaria di osteopata. In verità, la normativa – come spiegato dagli avvocati presenti – prevede prima l’emanazione dei decreti di equipollenza e poi l’istituzione del corso di laurea in Italia. Inspiegabilmente c’è stata una inversione. Ad oggi sono stati attivati due corsi universitari sul territorio italiano (Verona e Firenze) e uno prossimo all’avvio a Roma, senza aver provveduto all’emanazione del decreto interministeriale di equipollenza.
In passato, è stato evidenziato sempre durante l’incontro nella sala dei gruppi parlamentari, le altre professioni sanitarie hanno goduto prima dell’equipollenza e poi dell’attivazione dei corsi di laurea. Perché con l’osteopatia il percorso è stato invertito? La domanda è lecita e pertinente, rispetto alla quale, la futura federazione nazionale degli osteopati, chiederà spiegazioni agli organi preposti, anche attraverso incontri con i ministeri interessati.
Inoltre, l’ultima volta che le varie associazioni di categoria degli osteopati sono state convocate dal Ministero della Salute, risale al mese di gennaio 2024 e, in quella occasione, tra gli argomenti affrontati, i titoli pregressi ed i programmi delle diverse scuole italiane. La ricognizione chiesta proprio dal ministero riguarda le lauree estere, i diplomi delle scuole, attestati e certificazioni. Quindi, come accaduto in passato, si attendevano solo i decreti di equipollenza, ma ciò non è avvenuto. Va detto, per la cronaca, che molti attestati delle odierne professioni sanitarie, sono oggi equipollenti alle lauree. Fatto veritiero e facilmente verificabile. Infine, ma non secondaria, anche la valutazione dell’esperienza professionale dell’osteopata con partita iva dedicata rientra nel computo dell’equipollenza, cosa riconosciuta anche per le altre professioni sanitarie in passato.
I vari relatori del convegno, inoltre, hanno sottolineato la necessità di istituire l’albo degli osteopati e la possibilità di creare un elenco speciale ad esaurimento per chi è in possesso dei titoli pregressi o pre-laurea italiana. Una questione anche questa in sospeso proprio perché si attende il riconoscimento dei titoli (attraverso l’equipollenza) per l’iscrizione al Trsm e la conseguente istituzione dell’albo.
È evidente che si sta attraversando un periodo di transizione, non voluto dagli osteopati, ma rispetto al quale, si chiede una abilitazione (ad horas) alla professione necessaria per superare l’impasse dei decreti interministeriali di equipollenza e le eventuali criticità emerse. Insomma, le soluzioni ci sono e la costituenda federazione nazionale (che rappresenta migliaia di osteopati), le presenterà in tutte le sedi opportune. Francesco Manti presidente Anpo, Giovanni Muzzolon presidente Felcon ed i rappresentanti delle altre associazioni e scuole hanno espresso, nei vari interventi, la volontà di essere uniti per l’osteopatia e di remare in un momento così delicato dalla stessa parte, nel solo interesse degli osteopati italiani e dell’osteopatia. “L’osteopatia torni nelle mani degli osteopati” e non è solo un motto, ma la strada maestra per disegnare il futuro insieme.
Giuseppe Colamonaco