Sette medici di famiglia su dieci pronti per la telemedicina. L’uso di tale metodologia appare consolidarsi tra i medici di medicina generale. I dati da un indagine del Centro studi Fimmg.
Questo è quanto emerge da un”indagine condotta dal Centro Studi della FIMMG (Federazione Italiana Medici di Medicina Generale) su un campione nazionale di oltre 400 medici di medicina generale in collaborazione con l”Osservatorio Sanità Digitale della School of Management del Politecnico di Milano nell”ambito della ricerca annuale sull”utilizzo della sanità digitale, presentata oggi a Milano.
Le soluzioni di televisita sono state utilizzate dal 43% del campione nell”ultimo anno (vs il 41% del 2023 e il 20% del 2022); la telerefertazione dal 41% (vs il 40% del 2023 e il 14% del 2022); il teleconsulto con specialisti dal 34% (vs il 31% del 2023 e il 13% del 2022). Molto elevate sono le percentuali di coloro che dichiarano di voler utilizzare in futuro queste risorse (il 73% del campione la televisita, il 79% la telerefertazione, il 91% il teleconsulto).
L”adozione di piattaforme per la gestione dei percorsi di cura, invece, sembra essere un fenomeno ancora non molto diffuso, probabilmente in relazione alla incompleta implementazione delle Aggregazioni Funzionali Territoriali – AFT, che dovrebbero costituire l”ambito dove sviluppare naturalmente tali iniziative: il 64% del campione non le utilizza; il 63% di chi le utilizza riferisce circa una loro integrazione con il DB del gestionale di studio. Il FSE è stato utilizzato nell”ultimo anno dal 48% del campione per finalità di cura/prevenzione. Tra i motivi che vengono addotti da chi non lo ha utilizzato sono riportati l”impossibilità ad accedervi (13% del campione), non sapere come fare per accedervi (per il 12%), la scomodità di utilizzo e l”eccessivo tempo richiesto (per l”11%). Chi utilizza il FSE è d”accordo nel ritenere che dalla sua consultazione può essere ridotto il tempo necessario per reperire le informazioni che servono (in una scala di condivisione con l”affermazione da 1-10, vota da 7 a 10 il 65% del campione) e che, in situazioni di emergenza, il FSE fornisce informazioni critiche per la gestione efficace del paziente (voto da 7 a 10 per il 60%).
Il 59% del campione sarebbe interessato ad utilizzare soluzioni di AI generativa per supporto alle decisioni riguardanti scelte di diagnosi o trattamento; il 55% per elaborare piani/percorsi di cura personalizzati. Molto forte è la convinzione che l”AI potrà supportare il medico ma non lo potrà sostituire in nessuna delle proprie attività cliniche (in una scala di condivisione da 1 a 10, vota da 7 a 10 il 78% del campione); il 66% condivide che l”AI permette di monitorare i pazienti cronici in modo altrimenti insostenibile, considerando la numerosità dei pazienti gestiti dal medico; il 62% afferma però che l”AI rischia di sbagliare in situazioni delicate, come valutare condizioni di emergenza.
Il 34% del campione afferma di aver consigliato App per la salute ai pazienti nell”ultimo anno; il 36% di questi riferisce anche di aver ricevuto dati raccolti da tali App e di averli utilizzati.
“Le soluzioni tecnologiche riferibili alla telemedicina costituiscono oramai un patrimonio consolidato dei Medici di Medicina Generale italiani” – afferma Paolo Misericordia, responsabile del Centro Studi e dell”Area ICT della FIMMG – “Il rinnovo generazionale della categoria professionale, la carenza dei medici associata alle enormi dimensioni del fenomeno della cronicità, le disposizioni normative presenti nei rinnovi contrattuali recentemente sottoscritti, la spinta della tecnologia e la domanda degli stessi assistiti, rappresentano d”altronde le situazioni di contesto più favorevoli per una stabile ed ineluttabile evoluzione nella direzione di un utilizzo sempre più importante di queste risorse”.
“Se lo scorso anno il fenomeno dell”Intelligenza Artificiale Generativa assumeva quasi il carattere di bolla mediatica, oggi è ormai evidente come la sensibilità sul tema sia aumentata tra i medici, che l”hanno già ampiamente utilizzata per la ricerca di informazioni scientifiche” – afferma Chiara Sgarbossa, Direttrice dell”Osservatorio Sanità Digitale – “È inoltre molto elevato l”interesse dichiarato dai medici a utilizzare in futuro questa tecnologia, a fronte di diversi benefici riconosciuti, come la possibilità di migliorare l”accuratezza e la personalizzazione delle cure”.