«Un primo importante passo verso un sistema che riduca il ricorso alla medicina difensiva e favorisca invece il recupero del rapporto fiduciario medico-paziente. Passaggio essenziale e non più procrastinabile in un Paese che ogni anno vede intentate ai danni di medici più di 35.600 nuove azioni legali che, tuttavia, nel 97% dei casi sono del tutto infondate».
Lo dice Silvestro Scotti, segretario generale Fimmg (Federazione italiana medici di famiglia), che commenta con favore l’approvazione alla Camera delle mozioni sulla responsabilità professionale volte ad introdurre una serie di paletti alla responsabilità penale dei medici. Con 252 voti a favore e 35 contrari, la mozione di maggioranza impegna il Governo a modificare il codice penale in materia di responsabilità medica e prevede, fra l’altro, anche l’impegno – su cui il Governo ha reso parere favorevole – a introdurre, accanto al ricorso alla via giudiziaria, un sistema di risoluzione alternativa delle controversie. Il leader Fimmg ringrazia il Governo per essersi impegnato su un tema tanto importante e sottolinea l’esigenza di completare il cambiamento in atto nel più breve tempo possibile attraverso l’adozione di un provvedimento a lungo atteso dalla professione. «I costi dell’attuale caccia all’errore medico sono altissimi – evidenzia Scotti – il ricorso alla medicina difensiva si traduce, infatti, in un enorme spreco di risorse pubbliche e ricade in ultima istanza sui medici di medicina generale, costretti ad infiniti adempimenti burocratici che inevitabilmente sottraggono ore di visite ai propri assistiti». Da Fimmg anche la constatazione di come l’attuale sistema tenda a inasprire il rapporto medico-paziente, alimentando in alcuni casi anche fenomeni di aggressione ai danni dei sanitari. «I medici di famiglia – continua Scotti – si difendono attraverso il rapporto di fiducia con gli assistiti, ma molti casi di violenza ai quali purtroppo assistiamo sono legati a tutti i lacci e lacciuoli burocratici e ad un clima che l’attuale codice penale non aiuta a distendere».
Di qui il peso della medicina difensiva, che rischia spesso di tradursi in richieste improprie. Ancora una volta la soluzione può arrivare proprio dalla medicina generale. «Mettere in condizione i medici di famiglia di attrezzare i propri studi con apparecchiature diagnostiche di primo livello – prosegue Scotti – aiuterebbe a ridurre enormemente ogni spreco e a migliorare l’appropriatezza delle cure. Sono anni che ci battiamo per questo, e abbiamo anche ottenuto che la nostra proposta venisse finanziata con 235 milioni di euro che, stanziati, non sono mai stati spesi». L’auspicio del segretario generale di Fimmg è che ora si proceda a passo spedito nella direzione del riequilibrio della responsabilità penale dei medici e che si punti con maggior forza sull’apporto che solo gli studi dei medici di medicina generale possono garantire.
«Un fondamentale contributo per raggiungere quest’obbiettivo – conclude Scotti – potrà arrivare poi anche dalla Commissione per lo studio e l’approfondimento delle problematiche relative alla colpa professionale medica istituita dal ministro Nordio e presieduta dal magistrato Adelchi d’Ippolito, che ha anche avuto la sensibilità di convocarci in audizione come FIMMG per la Medicina Generale, e che ci auguriamo possa presentare al più presto le sue conclusioni; solo con un importante lavoro svolto di concerto tra tutte le forze in campo si potrà raggiungere l’obiettivo».