Ha ricevuto vasta eco il parto naturale in posizione podalica avvenuto all’ospedale Umberto I di Nocera Inferiore in provincia di Salerno. Un intervento di eccezionale competenza grazie ai medici ed al personale dell’unità operativa di Ostetricia e Ginecologia della struttura ospedaliera nocerina. In sostanza, la partoriente ha dato alla luce il nascituro nonostante la posizione podalica, una prassi che di solito richiederebbe un cesareo programmato.
Franca, nome di fantasia, ha condiviso la sua esperienza: “Inizialmente non pensavo che fosse giunto il momento della nascita, e invece, arrivata a Nocera Inferiore, ho iniziato a sentire che forse c’ero; ad ogni contrazione mi veniva da spingere.”
Lo staff medico, valutando la complessità di una nascita podalica naturale, con gli annessi rischi del caso per il neonato (asfissia, lesioni traumatiche e mortalità), e lo stadio avanzato del travaglio, ha evitato il cesareo d’urgenza, procedendo al parto naturale. L’ottima preparazione del personale ha consentito la nascita di una bimba, grazie anche alle classiche manovre di assistenza al parto podalico.
Ha espresso grande soddisfazione ed orgoglio per il suo staff, la direttrice di Ginecologia e Ostetricia, la dottoressa Ida De Marinis: “Sono felice del nostro team. Tutto il personale presente ha reagito con prontezza in una situazione tutt’altro che facile. Il nostro è un lavoro di squadra, dove tutti, dai ginecologi alle ostetriche, passando da pediatri e anestesisti, collaborano per aiutare i nascituri e le loro mamme”.
È sicuramente una storia a lieto fine e di buona sanità per l’ospedale di Nocera Inferiore che, molto spesso, deve affrontare migliaia di richieste al giorno da parte di un’ampia utenza, non solo dell’Agro nocerino-sarnese, ma anche del Vesuviano e del Napoletano. L’ospedale Umberto I, insieme agli ospedali di Pagani (Andrea Tortora) e Scafati (Mauro Scarlato) in provincia di Salerno, costituiscono un Dea di primo livello che andrebbe rafforzato e potenziato in Dea di secondo livello, poiché tante sono le richieste di una popolazione che complessivamente supera i 300 mila abitanti.