L’Italia ancora indietro sull’istituzione della figura sanitaria dell’osteopata, manca il passo conclusivo. Invitati, Governo e ministeri, ad avviare le procedure definitive.
La storica federazione (Federazione Europea Laureati in Chiropratica, Osteopatia e Naturopatia) di Negrar in provincia di Verona, guidata dal presidente Giovanni Muzzolon, ha sollecitato tramite pec il Governo Draghi ed i ministri Speranza, Cartabia e Bianchi, per il riconoscimento definitivo dell’osteopatia con l’applicazione della legge n.3 del 2018 detta legge Lorenzin.
Recentemente, a _giugno, proprio il consiglio dei ministri, ha riconosciuto l’osteopatia quale figura sanitaria.
Purtroppo, manca ancora il passo conclusivo e cioè, la pubblicazione dei decreti attuativi della legge in questione (Lorenzin).
La Felcon, attraverso il suo legale, l’avvocato Maria Cristina Sandrin ed il presidente Muzzolon, ha evidenziato nella pec indirizzata al Governo il ritardo della procedura in atto per il riconoscimento.
Nella missiva, infatti, si legge che “tuttavia, nonostante i termini previsti dalla predetta legge per la pubblicazione dei decreti attuativi, ad oggi non si è ancora provveduto in modo definitivo, complice la situazione epidemiologica, che comunque non giustifica il ritardo, trattandosi proprio di materia sanitaria”.
Eppure, per l’osteopatia il grosso è stato fatto: accordo Stato-Regioni, criteri di riconoscimento per le figure di osteopata e chiropratico in base all’esperienza professionale, e criteri per il riconoscimento dei titoli equipollenti.
Inoltre, entro sei mesi dalla entrata in vigore della legge, con decreto ad hoc è stato definito l’ordinamento didattico della formazione universitaria in osteopatia. Insomma, tutto pronto, ma manca lo step finale: l’applicazione dei decreti attuativi.
L’Italia, proprio per questo ritardo, inspiegabile secondo la Felcon, resta il fanalino di coda dell’Europa sulla regolamentazione dell’osteopatia, rimanendo ancora nel limbo, nonostante sia stata ufficialmente dichiarata dal consiglio dei ministri professione sanitaria.
Un paradosso che i vari professionisti del settore non possono più accettare.
Ecco perché la Felcon “sollecita un intervento risolutorio” considerando che oltre la legge Lorenzin, l’osteopatia è riconosciuta da anni dal classificatore delle procedure del ministero della Sanità, come dai codici presenti nelle procedure sanitarie (trattamento manipolativo di osteopatia).
Dal 2001 la diagnosi e le procedure “sono state già classificate e descritte per legge nazionale in osservanza alle normative europee”. Infine, non vanno dimenticate le linee guida dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) sull’osteopatia.
Esiste, dunque, un mondo intero che regolarizza e riconosce l’osteopatia e l’osteopata a tutti gli effetti e ufficialmente, tranne in Italia.
È un dato amaro che però è possibile recuperare, come ha espresso la Felcon nella lettera inviata al Governo Draghi: “Non mancano i riferimenti per una rapida e precisa definizione analitica del mansonario dell’osteopata, della sua formazione universitaria, nonché del procedimento sanatorio per chi si sia seriamente formato e operi da anni”.
La stessa federazione auspica, inoltre, la strutturazione dell’osteopata in centri privati e pubblici, così come avviene per tutte le figure sanitarie.