Osteopatia e social media: quando la professione si trasforma in spettacolo

Nell’era dei social media, assistiamo sempre più spesso alla pubblicazione di video sensazionalistici che mostrano pratiche osteopatiche eseguite in modo frettoloso e fuori contesto, spesso con finalità puramente spettacolaristiche. In questi video, si vedono manovre e manipolazioni pericolose, eseguite senza spiegazioni adeguate, né una valutazione accurata del paziente. Questa tendenza rischia di banalizzare e ridicolizzare un’attività sanitaria seria e professionale, contribuendo a una percezione distorta e poco rispettosa della figura dell’osteopata.

L’osteopatia è una professione sanitaria: non un’esibizione di spettacolo
La professione osteopatica è una pratica sanitaria regolamentata, che richiede competenze specifiche, una profonda conoscenza dell’anatomia e della fisiologia, e soprattutto un approccio olistico al benessere del paziente. Ogni manipolazione, ogni tecnica di mobilizzazione o di riequilibrio deve essere eseguita con una chiara comprensione delle condizioni cliniche del paziente, solo dopo una valutazione accurata e un’anamnesi completa.

Tuttavia, quando l’osteopatia viene mostrata su piattaforme come Facebook, TikTok o Instagram attraverso video rapidi e privi di un adeguato contesto, si perde completamente il suo valore sanitario. Gli utenti spesso vedono semplicemente “scrocchiaossa” che effettuano manovre sorprendenti, con il rumore delle articolazioni in primo piano, lasciando intendere che si tratti di pratiche di routine e alla portata di chiunque. La realtà è ben diversa: la manipolazione osteopatica è un intervento clinico che deve essere effettuato solo da professionisti formati e qualificati. Eseguire o anche solo mostrare tali manovre senza spiegare cosa c’è dietro ogni gesto rischia di mettere la salute dei pazienti in secondo piano, a favore di un mero spettacolo sensazionalistico.

Il pericolo della disinformazione: il paziente al centro
Oltre al danno d’immagine per la categoria, questi video rischiano di diffondere un messaggio sbagliato e pericoloso, facendo credere che le manipolazioni siano semplici e innocue. Si perde così la complessità dell’approccio osteopatico, fatto di valutazioni specifiche per ogni paziente, di ascolto e di attenzione ai segnali che il corpo manifesta.

Le manovre manipolative, infatti, possono risultare efficaci solo se eseguite da un osteopata esperto che ha analizzato a fondo la situazione clinica del paziente. Manipolare una colonna vertebrale, ad esempio, comporta rischi potenziali se il professionista non conosce le condizioni di base del paziente, come l’eventuale presenza di patologie strutturali o sistemiche. La spettacolarizzazione di queste pratiche induce erroneamente i pazienti a pensare che chiunque possa effettuare queste manovre, senza tener conto delle possibili controindicazioni o dei rischi associati.

Dalla beffa alla sfiducia: il danno alla categoria
Mostrare la pratica osteopatica in maniera superficiale espone la categoria non solo al rischio di ridicolizzazione, ma anche a quello di una perdita di credibilità da parte di altri professionisti sanitari. Sempre più spesso vediamo la figura dell’osteopata bersagliata da ironie o giudizi negativi, alimentando un clima di sfiducia che si riflette anche sui pazienti.

Questa tendenza rischia di vanificare anni di impegno della comunità osteopatica per essere riconosciuta come una professione sanitaria seria e affidabile. L’immagine che traspare dai social media è quella di un’osteopatia ridotta a semplice “scrocchiare” ossa, una rappresentazione non solo riduttiva, ma anche potenzialmente dannosa per la nostra reputazione professionale. Questo, purtroppo, si ripercuote negativamente sul rapporto di fiducia tra l’osteopata e il paziente, che si avvicina alla pratica con aspettative distorte e, in alcuni casi, con il timore che si tratti di una terapia poco sicura.

Un invito alla responsabilità: l’educazione del pubblico
È fondamentale che noi professionisti della salute ci facciamo promotori di un’informazione corretta e scientificamente fondata. Se desideriamo utilizzare i social media per sensibilizzare il pubblico sull’osteopatia, dobbiamo farlo con professionalità, spiegando accuratamente il perché delle nostre manovre, i principi che guidano il nostro lavoro e, soprattutto, l’importanza della valutazione preliminare del paziente.

Video e post possono essere un efficace strumento di divulgazione, ma solo se utilizzati con la dovuta responsabilità. Mostrare una tecnica manipolativa dovrebbe essere sempre accompagnato da spiegazioni dettagliate: cosa stiamo facendo, perché è necessario intervenire in quel modo, quali sono le possibili controindicazioni e perché è importante affidarsi solo a professionisti qualificati.

Non dimentichiamo che la nostra è una professione sanitaria a tutti gli effetti: siamo chiamati a tutelare la salute dei nostri pazienti, a educarli, e a promuovere un’immagine seria e rispettabile della nostra attività. Non possiamo permettere che video sensazionalistici riducano il nostro ruolo a quello di semplici “scrocchiaossa”.
Difendiamo la Nostra Dignità Professionale!

Come osteopati, abbiamo la responsabilità di proteggere e promuovere la dignità della nostra professione. Ciò significa non solo operare con competenza e attenzione alla salute dei pazienti, ma anche evitare comportamenti che possano mettere a rischio la percezione pubblica del nostro lavoro. Gli effetti di una cattiva rappresentazione mediatica vanno ben oltre il singolo professionista: minano la fiducia nella nostra categoria e rischiano di danneggiare la nostra credibilità agli occhi della comunità medica e dei pazienti stessi.

Per questo, chiediamo ai colleghi di riflettere sull’importanza di un uso consapevole dei social media e di impegnarsi nella diffusione di contenuti che valorizzino l’osteopatia come pratica sanitaria seria, scientificamente fondata e orientata al benessere globale del paziente.
Difendiamo la nostra professionalità: siamo osteopati, non attori da circo.

Luigi Gallo PhD
Osteopata e Chiropratico  

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