Italia. Medici in fuga dal Servizio Sanitario

FNOMCeO

Contratti temporanei in decollo, retribuzioni reali in picchiata: ecco perché lavorare nel Servizio sanitario non è più attrattivo per i medici italiani. Otto italiani su dieci ne sono convinti: se in questi anni il Servizio sanitario nazionale ha retto, lo si deve all’impegno straordinario dei medici. Che lo hanno puntellato con sforzo individuale, in condizioni difficili e senza un ritorno economico adeguato.

A fotografare la situazione – e a proporre soluzioni – è il nuovo rapporto FNOMCeO-Censis, “Il necessario cambio di paradigma nel Servizio sanitario: stop all’aziendalizzazione e ritorno del primato della salute”, presentato a Roma in occasione del convegno “Dall’economia al primato della persona”, organizzato dalla stessa Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri.

Esiste ormai ampio consenso sociale sull’urgenza di rilanciare il Servizio sanitario provato da un prolungato depotenziamento a causa di risorse pubbliche cresciute troppo poco rispetto ai fabbisogni sanitari di una popolazione che invecchia e che richiede risposte assistenziali appropriate per acuzie, cronicità sempre più diffuse e, anche, nei casi di possibili emergenze.

Le diffuse esperienze degli italiani di liste di attesa molto lunghe per l’accesso a prestazioni sanitarie nelle strutture pubbliche o del privato accreditato e il relativo inevitabile ricorso al privato puro per accorciare i tempi di accesso o, anche, quelle in strutture e servizi intasati e non in linea con gli standard attesi di qualità, hanno reso drammaticamente attuale l’urgenza sociale di un diverso approccio alla sanità.

Di seguito il link sul rapporto.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

error: Content is protected !!