Il centro di ricerca Rifiuti Zero ha predisposto una sorta di vademecum, consultabile sul portale, relativo alla raccolta differenziata. Si tratta dei dieci passi verso Rifiuti Zero che di seguito riportiamo.
1.Separazione alla fonte: organizzare la raccolta differenziata. La gestione dei rifiuti non e’ un problema tecnologico, ma organizzativo, dove il valore aggiunto non e’ quindi la tecnologia, ma il coinvolgimento della comunità chiamata a collaborare in un passaggio chiave per attuare la sostenibilità ambientale.
2.Raccolta porta a porta: organizzare una raccolta differenziata “porta a porta”, che appare l’unico sistema efficace di RD in grado di raggiungere in poco tempo e su larga scala quote percentuali superiori al 70%. Quattro contenitori per organico, carta, multi materiale e residuo, il cui ritiro e’ previsto secondo un calendario settimanale prestabilito.
3.Compostaggio: realizzazione di un impianto di compostaggio da prevedere prevalentemente in aree rurali e quindi vicine ai luoghi di utilizzo da parte degli agricoltori.
4.Riciclaggio: realizzazione di piattaforme impiantistiche per il riciclaggio e il recupero dei materiali, finalizzato al reinserimento nella filiera produttiva.
5.Riduzione dei rifiuti: diffusione del compostaggio domestico, sostituzione delle stoviglie e bottiglie in plastica, utilizzo dell’acqua del rubinetto (più sana e controllata di quella in bottiglia), utilizzo dei pannolini lavabili, acquisto alla spina di latte, bevande, detergenti, prodotti alimentari, sostituzione degli shoppers in plastica con sporte riutilizzabili.
6.Riuso e riparazione: realizzazione di centri per la riparazione, il riuso e la decostruzione degli edifici, in cui beni durevoli, mobili, vestiti, infissi, sanitari, elettrodomestici, vengono riparati, riutilizzati e venduti. Questa tipologia di materiali, che costituisce circa il 3% del totale degli scarti, riveste però un grande valore economico, che può arricchire le imprese locali, con un’ottima resa occupazionale dimostrata da molte esperienze in Nord America e in Australia.
7. Tariffazione puntuale: introduzione di sistemi di tariffazione che facciano pagare le utenze sulla base della produzione effettiva di rifiuti non riciclabili da raccogliere. Questo meccanismo premia il comportamento virtuoso dei cittadini e li incoraggia ad acquisti piu’ consapevoli.
8. Recupero dei rifiuti: realizzazione di un impianto di recupero e selezione dei rifiuti, in modo da recuperare altri materiali riciclabili sfuggiti alla RD, impedire che rifiuti tossici possano essere inviati nella discarica pubblica transitoria e stabilizzare la frazione organica residua.
9. Centro di ricerca e riprogettazione: chiusura del ciclo e analisi del residuo a valle di RD, recupero, riutilizzo, riparazione, riciclaggio, finalizzata alla riprogettazione industriale degli oggetti non riciclabili, e alla fornitura di un feedback alle imprese (realizzando la Responsabilità Estesa del Produttore) e alla promozione di buone pratiche di acquisto, produzione e consumo.
10. Azzeramento rifiuti: raggiungimento dell’ azzeramento dei rifiuti, ricordando che la strategia Rifiuti Zero si situa oltre il riciclaggio. In questo modo Rifiuti Zero, innescato dal “trampolino” del porta a porta, diviene a sua volta “trampolino” per un vasto percorso di sostenibilità, che in modo concreto ci permette di mettere a segno scelte a difesa del pianeta.
I comuni italiani che hanno adottato la strategia Rifiuti Zero sono 331 per un totale di 7.210.059 di abitanti. Dati aggiornati al 21 dicembre del 2023.
Gli enti comunali nelle prime dieci posizioni con sistema Rifiuti Zero, sono:
– Capannori (Lucca);
– Carbonia (Carbonia – Iglesias);
– Aviano (Pordenone);
– Giffoni Sei Casali (Salerno);
– Vinchio (Asti);
– Colorno (Parma);
– Seravezza (Lucca);
– Calcinaia (Pisa);
– Monsano (Ancona);
– Montignoso (Massa Carrara).
Circola anche la regola elaborata da Bea Johnson, pioniera del movimento Zero Waste e blogger di Zero Waste Home, quella delle 5R:
– Refuse (rifiutare);
– Reduce (ridurre);
– Reuse (riutiliare);
– Recycle (riciclare);
– Rot (Ridurre in compost).
La filosofia Zero Waste ha aggiunto poi anche una sesta R: repair (ripara). Inoltre, esistono anche delle certificazioni Rifiuti Zero, con il compito di riconoscere quelle organizzazioni “che valorizzano le diverse frazioni di rifiuti che generano, nell’ambito dello scopo definito, evitando che la loro destinazione finale sia la discarica”. In pratica modelli di produzione e consumo basati sull’economia circolare. Un’altra figura di rilievo sull’argomento Rifiuti Zero è senz’altro quella di Paul Connet. Chimico ed attivista statunitense, docente alla St. Lawrence University, oggi professore emerito, tra i fondatori e teorizzatore della strategia Rifiuti Zero.
Il primo comune in Italia ad aderire alla strategia Rifiuti Zero è stato Capannori in provincia di Lucca. Oltre 46mila abitanti e riferimento ancora oggi della strategia Rifiuti Zero, su impulso di Rossano Ercolini, che nel 2013 ha ricevuto il Goldman Prize. Oggi direttore del Centro di Ricerca Rifiuti Zero del Comune di Capannori, nonché presidente di Zero Waste Europe e Zero Waste Italy.
gc