L’Agro nocerino – sarnese, in questi giorni, è salito agli onori della cronaca nazionale per le sue ricchezze archeologiche e religiose. Si tratta di quell’area vasta a nord della provincia di Salerno che guarda verso il Vesuvio.
Come riferiva il famoso archeologo Amedeo Maiuri, Nuceria “la Nocera dei Pagani d’oggi, la Nuceria Alfaterna degli antichi, che fu un tempo la capitale di quella federazione della Campania meridionale di cui facevano parte, come città minori, Pompei, Stabia, Sorrento ed Ercolano”. Città da lui trascurata durante i suoi vagabondaggi.
Un rammarico postumo su un territorio che oggi chiede più attenzione. È così, mamma Rai, il servizio televisivo di Stato, in questi giorni ha parlato dell’Agro nocerino – sarnese. Rainews e Rai2 Casa Italia della Madonna delle Galline, con tanto di intervista del sindaco di Pagani Raffaele Maria De Prisco e Rai3 Mezzogiorno Italia di Nuceria Alfaterna. Insomma, una ribalta nazionale che premia un territorio ricco di storia e cultura, che da Camerelle nei ricordi della Nofi di Domenico Rea, arriva sino a Bagni di Scafati. È questa Nuceria, Nuceria Alfaterna, Nocera de’ Pagani, l’Agro nocerino – sarnese.
Un unicum durato millenni e che ancora oggi, nonostante la divisione in Comuni voluta dai francesi nel 1806, continua a mantenere una omogeneità territoriale e sociale. Oggi tante città, ma una sola anima, che attende di ritornare ad essere quella Nuceria unica di un tempo e che la politica locale tentenna a ricostruire, spesso con assurde e incomprensibili contrapposizioni. Serve una svolta e non basta per l’Agro il masterplan della Regione Campania, ci vuole di più per ricucire vecchie ferite che la storia ha inflitto nel corso degli anni all’intero comprensorio.
Giuseppe Colamonaco