«Un passo importante nel tentativo di porre un argine alle violenze, un segnale incoraggiante che arriva in un momento di profonda crisi per l’intera categoria». Silvestro Scotti, segretario generale della Fimmg, commenta con favore l’approvazione, in Consiglio dei ministri, del Decreto-legge che introduce nuove misure urgenti per contrastare la violenza nei confronti degli operatori sanitari e il danneggiamento delle strutture. Scotti ricorda però che «alle misure legislative occorre affiancare un profondo lavoro che guardi ad un cambiamento culturale». Non a caso, già a partire dai prossimi giorni la Fimmg metterà in campo iniziative che intendono contribuire a questo cambiamento culturale, a partire dalle scuole. E non di meno servono ulteriori misure che possano tenere in considerazione la specificità del setting assistenziale della medicina generale.
Il leader Fimmg ribadisce l’esigenza di mettere in campo iniziative che ribaltino una volta per tutte la radicata idea di un servizio pubblico sempre e comunque votato all’inefficienza e alla nullafacenza. «Una narrazione costruita nei decenni che oggi non corrisponde alla realtà, ma che troppo spesso fa gioco ad una parte dell’informazione che punta allo scandalo e vuole far leva sull’indignazione».
Dalla Fimmig torna, insomma, la richiesta di un piano strutturale, con iniziative che abbiano un valore di deterrenza, altre che educhino la cittadinanza all’uso del Servizio sanitario e, altre ancora, che leghino gli obiettivi dei Direttori Generali ad azioni concrete di contrasto alle aggressioni. «Il Documenti di Valutazione del Rischio – ricorda Scotti – deve contenere indicazioni sulle aggressioni, così che si possa avere una raccolta di eventi sentinella. Questo significherebbe sostenere concretamente la Continuità Assistenziale, classificando il servizio in relazione alla sua reale esposizione alle aggressioni».