Nel suo primo Summit, l’ICTO, coordinato dalla Sapienza, ha stimolato un confronto per promuovere un sistema di cure innovativo e più sostenibile. Un successo il 1st Italian Thyroid Cancer Summit presso il Senato della Repubblica, un importante momento di confronto – promosso da ITCO – tra istituzioni, clinici, ricercatori e associazioni di pazienti sul futuro della gestione del carcinoma tiroideo in Italia.
L’Italian Thyroid Cancer Observatory Foundation (ITCO), fondata nel 2013, è oggi un punto di riferimento nazionale per la ricerca e la gestione delle patologie tumorali tiroidee. Con oltre 70 centri distribuiti su tutto il territorio italiano, l’Osservatorio monitora il follow-up di più di 15.000 pazienti e registra annualmente 2.500-3.000 nuovi casi di carcinoma tiroideo. Il database ITCO raccoglie dati provenienti da centri di eccellenza, ospedali metropolitani e strutture territoriali, offrendo una visione completa della gestione del carcinoma tiroideo in Italia. Questo consente di analizzare e confrontare le strategie diagnostiche e terapeutiche, con un focus particolare sulle specificità locali e sulle disuguaglianze nell’accesso alle cure. L’Osservatorio, oltre a rappresentare un modello operativo avanzato, si distingue per un approccio multidisciplinare che integra le competenze cliniche, sociali ed economiche, proponendosi come una piattaforma innovativa per ottimizzare le pratiche diagnostico-terapeutiche, ridurre le disparità e fornire evidenze scientifiche per migliorare gli standard assistenziali.
“Forte di una rete nazionale che riunisce 70 Centri di riferimento, l’Italian Thyroid Cancer Observatory, oltre al valore scientifico e clinico, ha una fondamentale missione formativa e offre un’opportunità di crescita per giovani ricercatrici, ricercatori e clinici, favorendo un dialogo proficuo tra il mondo accademico, le istituzioni sanitarie e le associazioni dei pazienti presenti in tutto il territorio nazionale, – sottolinea la Rettrice della Sapienza Antonella Polimeni – Sapienza continuerà a sostenere con convinzione l’attività dell’Osservatorio, che incarna l’impegno del nostro Ateneo nel promuovere il trasferimento delle conoscenze al servizio della salute pubblica”.
Durante il convegno sono stati presentati i risultati del Report ITCO 2025, che sintetizza oltre dieci anni di attività. “ITCO rappresenta un modello unico di collaborazione scientifica, basato sull’impegno volontario di centri che, oltre al loro normale carico di lavoro, hanno scelto di contribuire a questa visione comune”, ha esordito Sebastiano Filetti, Coordinatore Data Analysis ITCO, Professore emerito presso la Sapienza Università di Roma e uno dei fondatori dell’Osservatorio. “In un momento in cui la frammentazione dei dati rappresenta una criticità per il sistema sanitario italiano, ITCO porta avanti con determinazione la promozione di una cultura del dato di qualità, elemento imprescindibile per supportare decisioni cliniche e organizzative a beneficio di istituzioni, società scientifiche e pazienti.” “Il principio guida di ITCO è fondato su tre pilastri: misurare per gestire, misurare per migliorare, condividere per progredire”, sottolinea Federico Serra, direttore generale di ITCO.
Dai dati emerge un quadro significativo: il carcinoma tiroideo in Italia presenta un elevato tasso di incidenza rispetto ad altri Paesi europei, pur mantenendo una mortalità stabile e contenuta. il carcinoma tiroideo in Italia presenta infatti un elevato tasso di incidenza rispetto ad altri Paesi europei, ma con una mortalità stabile e contenuta. Questo paradosso, hanno spiegato gli esperti presenti, è in gran parte causato dalla sovradiagnosi, che solleva interrogativi sulle attuali strategie diagnostiche. “È essenziale evitare di trasformare individui sani, asintomatici e con bassissima probabilità di sviluppare una malattia grave, in pazienti oncologici, riducendo così i livelli di sovradiagnosi e sovratrattamento, come raccomandato dalle linee guida delle società scientifiche” ha affermato Luigino Dal Maso, Ricercatore statistico-epidemiologo del Centro di Riferimento Oncologico di Aviano. “Bisogna ricordare che oggi sono oltre 240 mila le persone che vivono dopo una diagnosi di tumore della tiroide e rischiano di dover subire le conseguenze a lungo termine di trattamenti non necessari, oltre alle discriminazioni sociali per essere diventati pazienti oncologici” ha aggiunto Salvatore Vaccarella, Ricercatore del Cancer Surveillance Branch, International Agency for Research on Cancer, Lione, Francia. “Dall’altro lato, una piccola percentuale di individui diagnosticati sviluppa una malattia clinicamente rilevante, per l’identificazione precoce della quale è necessario utilizzare le tecnologie più avanzate” ha proseguito Giorgio Grani, Professore presso la Sapienza Università di Roma. “Per poterlo fare con efficienza e con l’appropriata attenzione all’ottimizzazione della spesa sanitaria, sono necessarie non solo conoscenze scientifiche e tecnologiche, ma anche una cornice normativa chiara e coerente che favorisca la ricerca collaborativa e lo scambio di informazioni”.
Il Report ITCO 2025 fornisce un’analisi aggiornata e completa sulla gestione del carcinoma tiroideo in Italia, evidenziando significativi progressi diagnostici e terapeutici, così come mette in luce le sfide da affrontare. L’analisi ha delineato un quadro chiaro delle criticità e delle opportunità presenti nel contesto nazionale, oltre al problema della sovradiagnosi. “La ricerca continua a essere un pilastro fondamentale nella lotta contro il carcinoma tiroideo. La comprensione dei fattori di rischio, così come l’implementazione di misure preventive, sono cruciali per ridurre l’incidenza e migliorare la qualità della diagnosi e del trattamento. È necessario un impegno costante nella sensibilizzazione e nell’aggiornamento delle strategie per garantire una gestione sempre più mirata ed efficace” ha detto la Vice presidente del Senato Maria Domenica Castellone, tra le autorità presenti al convegno. Infatti, la ricerca condotta da ITCO ha evidenziato diversi fattori di rischio per il carcinoma tiroideo, tra cui l’esposizione a radiazioni, la contaminazione ambientale (soprattutto nelle aree vulcaniche e minerarie), la carenza iodica e la predisposizione genetica. Il programma nazionale di iodoprofilassi organizzato e coordinato dall’Istituto superiore di Sanità, con la supervisione della Dr.ssa Olivieri, si conferma come esempio virtuoso di collaborazione tra comunità scientifica e istituzioni, dimostrando l’efficacia degli interventi preventivi su larga scala.
I dati dell’Osservatorio consentono anche di cogliere le differenze nella gestione del carcinoma tiroideo tra aree metropolitane e periferiche, analizzando nel contempo anche l’impatto di fattori sociali, culturali ed economici sugli esiti delle cure. Pertanto, anche i temi del trattamento e delle disparità territoriali sono stati discussi con attenzione dagli esperti. Infatti, l’analisi delle pratiche cliniche in Italia tra il 2001 e il 2018 ha evidenziato significative disparità geografiche nei trattamenti chirurgici. Al Centro-Sud, le tiroidectomie totali rappresentano l’88% degli interventi, contro il 77% al Nord, con un rapporto tiroidectomie totali/tiroidectomie parziali che ha raggiunto picchi superiori a 10 nel Sud nel 2012. La lobectomia, raccomandata per noduli <1 cm a basso rischio, viene eseguita solo nel 10% dei casi (contro il 25-30% a livello internazionale). Nonostante il calo dell’uso del radioiodio nell’ultimo decennio, il 20% dei pazienti con tumori <1 cm continua a riceverlo senza evidenze di beneficio. Il trattamento dei tumori della tiroide sta evolvendo verso un approccio sempre più personalizzato, che integra diverse modalità terapeutiche: sorveglianza attiva per i casi a basso rischio, impiego di tecniche minimamente invasive come la termoablazione, terapie molecolari mirate per le forme aggressive e refrattarie, e l’introduzione di protocolli immunoterapici innovativi per i casi più complessi.
Il presidente di ISS, Rocco Bellantone, intervenuto con una lettura magistrale sull’evoluzione della chirurgia del carcinoma tiroideo, ha evidenziato anche quanto il raggiungimento di una maggiore efficacia nelle cure, nei protocolli diagnostico-terapeutici e nei processi interprofessionali sia a beneficio non solo dei pazienti, ma di tutti i cittadini e del Sistema: “L’adozione del modello proposto da ITCO esige un impegno congiunto e coordinato tra professionisti del settore sanitario, autorità politiche e comunità di ricerca. Solo attraverso un’efficace collaborazione intersettoriale sarà possibile tradurre le evidenze scientifiche in pratiche cliniche omogenee, riducendo il fenomeno della sovradiagnosi e garantendo a ciascun paziente, senza distinzione di area geografica, l’accesso a percorsi diagnostici accurati e trattamenti terapeutici sostenibili nel lungo periodo. L’obiettivo di coniugare precisione diagnostica e sostenibilità terapeutica non rappresenta solamente una sfida organizzativa, ma costituisce anche un obbligo etico per il Sistema Sanitario”.
Gli esperti hanno poi discusso delle opportunità rappresentate dall’innovazione diagnostica. L’integrazione di ecografia, citologia e biologia molecolare rappresenta oggi il gold standard per la stratificazione del rischio nel carcinoma tiroideo, con l’obiettivo di ridurre del 30-40% le tiroidectomie non necessarie. L’adozione della Digital Pathology all’interno del progetto ITCO si configura come una strategia cruciale per ridurre le disparità territoriali, garantendo un accesso uniforme a competenze diagnostiche avanzate su tutto il territorio nazionale. L’introduzione dell’Intelligenza Artificiale, attualmente in fase di validazione, promette poi di automatizzare l’analisi morfologica delle immagini, integrando i dati clinici e molecolari per prendere decisioni terapeutiche sempre più precise e personalizzate, come suggerisce la Prof.ssa Crescenzi, Vice Presidente ITCO e docente presso la Sapienza e il prof. Tallini, dell’Università di Bologna.
L’analisi complessiva, presentata in occasione del Summit, ha messo quindi in luce alcuni punti chiave prioritari da implementare. Rivolgendosi a tutti gli stakeholder del sistema salute, dai decisori politici ai clinici, dalle società scientifiche alle associazioni dei pazienti, fino all’industria, Cosimo Durante, Presidente ITCO e Professore presso la Sapienza Università di Roma, ha presentato un manifesto in 10 punti che delinea una serie di priorità ed obiettivi strategici.
I presidenti delle principali Società Scientifiche e l’associazione pazienti presenti al Summit hanno convenuto sull’affermazione di ITCO quale come modello di eccellenza nella collaborazione scientifica e operativa, mettendo insieme competenze multidisciplinari per affrontare le crescenti sfide legate alle neoplasie tiroidee. In particolare hanno ribadito come i dati dell’Osservatorio, che costituiscono una fonte oggettiva del quadro gestionale contemporaneo del carcinoma tiroideo in Italia, sono utilizzati dalle società scientifiche e associazioni per individuare le criticità da correggere e per strutturare programmi formativi mirati per i propri iscritti.
Non solo un punto di riferimento per la raccolta e l’analisi dei dati, l’ITCO svolge anche un ruolo cruciale nel promuovere il cambiamento nel sistema sanitario, sia a livello nazionale che internazionale. Facilitando il dialogo tra clinici, ricercatori, istituzioni e pazienti, l’Osservatorio favorisce l’integrazione tra ricerca e pratica clinica, con l’obiettivo di elevare gli standard di cura e garantire trattamenti sempre più personalizzati, innovativi e sostenibili.
Il Summit ha ospitato anche la cerimonia di consegna dei premi Aldo Pinchera ed Ernst Mazzaferri a Massimo Santoro e Riccardo Vigneri, ricercatori di fama internazionale che hanno contribuito in modo significativo alla ricerca di base e clinica sul carcinoma della tiroide, e del premio Celestino Pio Lombardi a Silvia D’Elia e Simone De Leo, due giovani ricercatori che hanno valorizzato con la loro attività i dati raccolti dall’Osservatorio.