Il dottor Pagano, dirigente medico presso l’U.O.C. di Chirurgia Generale ed Oncologica dell’ospedale “A. Tortora” di Pagani, in qualità di Presidente della Società Italiana di FleboLinfologia, ha relazionato sui contenuti della proposta di un nuovo ed innovativo modello organizzativo relativo al percorso della prevenzione e cura del linfedema oncologico nella sanità pubblica.
Pagano, Presidente della Società Italiana di FleboLinfologia (SIFL), dirigente medico presso l’U.O.C. di Chirurgia Generale ed Oncologica dell’ospedale “A. Tortora” di Pagani, docente di “Chirurgia delle Varici” presso il Master di II livello di Angiologia presso l’ Università “A. Gemelli” di Roma e ideatore della una nuova tecnica mininvasiva per la chirurgia delle varici – la Tecnica della Safena Esclusa (ESVT) – presentata in occasione di congressi mondiali, negli Stati Uniti, in Polonia e in Turchia, è stato tra i relatori dell’evento di presentazione della Consulta delle Società Scientifiche e Associazioni Pazienti per le Malattie Vascolari, tenutosi a Roma qualche settimana fa, nell’ambito della quinta edizione di Welfair, la Fiera del Fare Sanità.
La Consulta è costituita da alcune delle più importanti associazioni scientifiche del settore: la Società Italiana di Chirurgia Vascolare Endovascolare (SICVE), l’Associazione Flebologica Italiana (AFI), il Collegio Italiano di Flebologia (CIF), la Società Italiana di Flebologia (SIF), la Società di FleboLinfologia (SIFL), la Società per lo Studio delle Anomalie Vascolari (SISAV) e l’Associazione Pazienti Prevenzione Malattie Vascolari (TTT).
“La Consulta – spiega il dottor Pagano – è stata istituita con l’obiettivo di portare le malattie vascolari al centro dell’attenzione e della pianificazione sanitaria. Intendiamo avviare una nuova e più efficace stagione di dialogo con le Istituzioni, con i decisori sanitari e con i cittadini. C’è, infatti, la necessità di investire in programmi di educazione, prevenzione, diagnosi, cura e presa in carico dei pazienti per ridurre un impatto sociale ed economico che, solo per la malattia venosa cronica (MCV) a titolo d’esempio, interessa il 40% della popolazione generale e incide per il 2% dell’intera spesa sanitaria.
Il Presidente della Società Italiana di FleboLinfologia ha relazionato, in particolare, sui contenuti della proposta di un nuovo ed innovativo modello organizzativo relativo al percorso della prevenzione e cura del linfedema oncologico nella sanità pubblica.
“La prevenzione del linfedema oncologico – ha spiegato il dottor Maurizio Pagano – parte dall’immediato post operatorio, informando il paziente, e soprattutto dalla corretta gestione delle ferite chirurgiche e dei drenaggi. La gestione dei pazienti operati di tumore della mammella, della prostata, dell’utero, delle ovaia, dei melanomi dovrebbe essere affidata ad un ambulatorio dedicato di chirurgia dei linfatici presso una unità operativa complessa di chirurgia oncologica e generale, in un presidio ospedaliero ad indirizzo oncologico provinciale. In questo ambulatorio, dotato di personale specializzato in materia, si provvederà alla informazione del paziente e alla corretta gestione post operatoria delle ferite e dei drenaggi, delle complicanze post operatorie e, in particolare, alla gestione delle linfangiti e ulcere linfatiche. Quando le ferite chirurgiche saranno sanate, il paziente dovrà essere indirizzato presso l’unità operativa complessa o dipartimentale di medicina fisica e riabilitazione dove è presente un ambulatorio dedicato alla riabilitazione linfatica. In questo ambulatorio si prenderà in carico il paziente oncologico per provvedere a fargli fare attività fisica adeguata da subito, finalizzata a garantire la regolare funzionalità dell’arto per evitare deficit funzionali che sono frequenti per gli esiti cicatriziali chirurgici e radioterapici. Si istruirà, inoltre, il paziente sia per la cura della cute sia per gli accorgimenti da seguire nella vita quotidiana. Quindi attività fisica immediata e raccomandazioni. In questo ambulatorio ci sarà una fisiatra e fisioterapisti esperti nelle patologie linfatiche”.
L’OMS ha stimato circa 300 milioni di casi di linfedema in tutto il mondo, di cui 60 milioni sono post-chirurgici, causati soprattutto dal trattamento del carcinoma della mammella. In Italia i linfedemi secondari sono più frequenti (58%) e quasi esclusivamente correlati al trattamento di patologie oncologiche; tra queste il carcinoma della mammella è responsabile del 30% delle forme secondarie. E’stato stimato che vi siano ogni anno circa 9.000 nuovi linfedemi all’arto superiore. L’evidenza scientifica suggerisce che la presa in carico del linfedema necessita di percorsi di prevenzione e diagnostico-terapeutici strutturati, appropriati e interdisciplinari al fine di migliorare il risultato, in termini di efficacia, efficienza e contenimento dei costi.
“Questi due ambulatori, quello di chirurgia dei linfatici presso l’unità operativa di chirurgia oncologica e quello di riabilitazione linfatica presso l’unita operativa di riabilitazione che lavoreranno in sinergia – ha aggiunto il Presidente SIFL – confluiranno nell’Unità funzionale di Linfologia (SPOKE). I pazienti con linfedema oncologico, soprattutto negli stadi iniziali, che necessitano di intervento chirurgico di derivazione linfatico venosa verranno inviati all’Unita funzionale di Linfologia (HUB), presso un presidio ospedaliero ad indirizzo oncologico regionale. Questa Unità funzionale di Linfologia (HUB) è costituita da una Unità operativa complessa di Chirurgia dei linfatici ed una Unità operativa complessa di Riabilitazione Linfatica. Presso l’Unità operativa complessa di Chirurgia dei linfatici verranno seguiti e trattati i pazienti candidati all’intervento chirurgico, fino al post operatorio e ai vari follow-up. L’Unità operativa complessa di Riabilitazione linfatica provvederà, invece, a preparare i pazienti per l’intervento e per la gestione del post operatorio dalle raccomandazioni al corretto utilizzo dei tutori. Alla fine i pazienti verranno inviati alle Unità funzionali di Linfologia (SPOKE). A questa unità operativa complessa di riabilitazione linfatica (HUB) afferiranno i casi più complessi, individuati dalle unità funzionali di linfologia (SPOKE)”.
Il dottor Pagano è conosciuto per aver ideato l’innovativa tecnica mininvasiva per la chirurgia delle varici, la ESVT (la Tecnica della Safena Esclusa). Ad oggi sono stati trattati 600 pazienti con tale tecnica.